Non è insolito. È normale che il forno produca un po’ di fumo durante la cottura. Ecco i motivi più comuni per cui questo si verifica. Residui del processo di produzione Alcune parti del forno possono contenere residui oleosi o di protezione dai processi di produzione.
È perfettamente normale che il tuo forno emetta fumo durante il primo utilizzo, poiché questi materiali vengono bruciati. Accumulo di grasso Quando cucini qualcosa nel forno, può succedere che grasso e unto gocciolino sull’elemento riscaldante. Il grasso può anche evaporare dagli alimenti e aderire alla parte superiore o alle pareti del forno.
Alla successiva accensione della griglia o del forno, questo accumulo di grasso brucia, producendo fumo e un odore acre. Residuo di detergente Un altro motivo comune per cui il forno può produrre fumo è un residuo di detergente sulle superfici interne.
Auto-pulizia pirolitica Molti forni Beko sono dotati di auto-pulizia pirolitica, che porta la temperatura interna del forno fino a 500 °C e riduce in cenere tutti i residui di cibo e gli schizzi. Puoi quindi rimuovere la cenere dalla parte inferiore del forno. L’auto-pulizia pirolitica è efficace su tutte le superfici e le parti di un forno, inclusi i ripiani e lo sportello anteriore, e riduce la necessità di utilizzare detergenti.
Pannelli catalitici Inoltre, sulla parte posteriore e sulle pareti laterali di tutti i forni Beko sono disposti pannelli catalitici che assorbono il grasso ed eliminano la necessità di prodotti chimici e abrasivi per la pulizia all’interno del forno.
Quando il forno puzza di plastica bruciata?
Come Togliere Odore Di Plastica Bruciata Dal Forno? Si può passare sulla superficie un panno umido dopo aver spruzzato uno sgrassatore per forno. In alternativa si può scegliere di spruzzare dell’aceto e cospargerlo di bicarbonato. Poi, si deve accendere il forno e tenerlo per circa 15 minuti a media temperatura.
Perché fa fumo nero?
Fumo nero dalla marmitta diesel e benzina: le cause del problema – Il fumo nero dalla marmitta diesel o benzina allarma la maggior parte degli automobilisti, che vedendo fumate poco rassicuranti dal retro del veicolo pensano subito ad una possibile rottura del motore.
- Se da un lato tali preoccupazioni sono eccessive, dall’altro la fuoriuscita di fumo nero dalla marmitta non è certo un ottimo segnale per la salute dell’unità motrice: questo comportamento non andrebbe mai sottovalutato e occorrerebbe risolverlo in tempi celeri.
- Comprendere tuttavia quale sia il significato del fumo nero, ovvero quale parte meccanica stia causando il malfunzionamento, non è sempre facile.
Infatti il problema potrebbe manifestarsi sotto forma di:
Fumo nero dalla turbina Fumo nero dalla candela (per i motori a benzina) Fumo nero dalla valvola EGR Fumo nero dal FAP intasato (filtro antiparticolato) o dal filtro del gasolio
In generale però possiamo concludere che il fumo nero dall’auto è un chiaro segnale di cattiva combustione da parte del veicolo: in questi casi infatti il motore si trova a bruciare una miscela troppo ricca di carburante, producendo gas di scarico e residui carbonici che intasano le componenti interne del motore.
Dove esce il fumo?
Il comignolo è la parte terminale della canna fumaria, molto spesso definito anche ‘camino’.
Chi vende fumo perisce di fumo?
Tra le altre varie espressioni comuni, vorrei ricordare – Tanto fumo e poco arrosto: situazione ricca di apparenza e povera di sostanza. Si riferisce a progetti o persone che si presentano come importanti o grandiosi ma che poi si rivelano modesti. Vale inoltre per chi si dà molta importanza senza realmente averla.
- Vender fumo: non è, come si può pensare, l’attività del tabaccaio, bensì è una locuzione antica.
- Riguarda quei personaggi che, vantando rapporti di grande familiarità con i potenti, ingannano i sempliciotti.
- Di loro si ritrova traccia già in Marziale e in Apuleio,
- Nel Medioevo, legato a questo modo di dire si rintraccia il detto “chi vende fumo perisce di fumo”, con il senso che chi si serve dell’inganno verrà ingannato a sua volta.
Spero di non esser stata troppo fumosa nel mio excursus, ma di essere riuscita a farvi scoprire dei nuovi punti di vista sul fumo. In ogni caso, ricordate che il fumo nuoce gravemente alla salute, pertanto – se avete questa cattiva abitudine – è bene che smettitate per voi e per chi vi sta intorno.
Cliccate per conoscere le strategie e i consigli utili per smettere di fumare! Mi chiamo Cristina, sono nata di giovedì e sono un sagittario! Mi piace chiacchierare, conoscere persone e sono a mio agio anche a una festa in cui non conosco nessuno. Cerco sempre il lato positivo delle cose e il mio motto è “c’è sempre una soluzione”! Maniaca della programmazione, non posso vivere senza la mia agenda.
Ho studiato linguaggi dei media e da quasi 20 anni mi occupo di comunicazione per una grande azienda di telefonia. Nel tempo libero mi piaceva leggere, viaggiare, guardare i film, andare a teatro. Ora invece ho due gemelle di 7 anni che, se da una parte assorbono quasi tutte le mie energie, dall’altra mi hanno donato un nuovo e divertente punto di vista.
Che cosa si cela dietro il vizio del fumo?
COS’E’ LA NICOTINA – L’elemento che maggiormente determina assuefazione e che fa del fumo una delle tossicodipendenze più pericolose è la nicotina contenuta nella sigaretta. Questo alcaloide, ovvero una sostanza organica azotata ottenuta per la maggior parte dal regno vegetale, è presente nella sigaretta in concentrazione variabile dal 2 all’8 per cento e produce due tipologie di effetto: uno attivante e quindi eccitante, il secondo sedativo e rilassante.
Oltre all’ aumento dei battiti cardiaci che sottopongono il cuore a un lavoro maggiore, i maggiori effetti si verificano sul sistema nervoso: grazie alle alterazioni a livello psichico causate dalla nicotina si verifica la dipendenza ormai accertata da tutti i medici e gli scienziati che si sono occupati degli effetti del fumo sul corpo umano.
La nicotina viene assorbita a livello polmonare, entra nel circolo sanguigno e raggiunge il cervello in 8/10 secondi stimolando la liberazione di un mediatore chimico ( dopamina ) e modificando la trasmissione degli impulsi nervosi. Le conseguenze di questo processo sono l’eccitazione, l’attivazione delle funzioni cerebrali legate all’attenzione, alla concentrazione, all’umore, favorendo anche il rilassamento e la riduzione dello stress.
Cosa significa fumatore?
Sorveglianza PASSI Definizioni operative
Non fumatore è una persona che dichiara di aver fumato nella sua vita meno di 100 sigarette (5 pacchetti da 20) e di non essere attualmente fumatore. Fumatore, secondo la definizione dell’Oms, è una persona che dichiara di aver fumato nella sua vita almeno 100 sigarette (5 pacchetti da 20) e di essere fumatore al momento dell’intervista o di aver smesso di fumare da meno di 6 mesi. Fumatore occasionale è un fumatore che dichiara di non fumare tutti i giorni. Fumatore quotidiano è una persona che dichiara di fumare almeno una sigaretta ogni giorno. Tentativo di cessazione riguarda coloro che negli ultimi 12 mesi hanno tentato almeno una volta di smettere di fumare. Ex fumatore è una persona che dichiara di aver fumato nella sua vita almeno 100 sigarette (5 pacchetti da 20), di NON essere fumatore al momento dell’intervista e di aver smesso di fumare da più di 6 mesi. Fumatore in astensione è una persona che dichiara di aver smesso di fumare da meno di 6 mesi.
Consulta anche le con le caratteristiche degli indicatori Passi, e gli dedicati. Scheda indicatore: prevalenza di non fumatori
Popolazione di riferimento | Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, in età 18-69 anni. |
Numeratore | Persone di età 18-69 anni che nella loro vita hanno fumato meno di 100 sigarette (5 pacchetti da 20) o hanno risposto “non so/non ricordo”. |
Denominatore | Intervistati che hanno fornito una risposta (qualunque essa sia) alla domanda sull’abitudine al fumo esclusi, i valori mancanti; il denominatore corrisponde in pratica all’intero campione. |
Misure di frequenza | Prevalenza annuale (sulla popolazione di 18-69 anni), con intervalli di confidenza al 95%. |
Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso | Il periodo temporale di riferimento sono gli anni di vita dell’intervistato. |
Significato per la salute pubblica | Rispetto ai fumatori, chi non fuma ha un’aspettativa di vita di ben 10 anni superiore e una qualità di vita di gran lunga migliore. Chi vive libero dal fumo infatti respira meglio, riesce più facilmente a evitare faringiti e laringiti, bronchite cronica ed enfisema polmonare, il rischio di patologie circolatorie e cardiache, il pericolo di ictus o di ostruzione delle arterie. Senza il fumo, migliorano anche il sonno, la prontezza dei riflessi, i tassi di fecondità sia negli uomini che nelle donne. |
Limiti dell’indicatore | L’indicatore misura un comportamento riferito dall’intervistato ed è in teoria soggetto a distorsione legata alla desiderabilità sociale del comportamento, che può essere considerato sconveniente e soggetto a stigmatizzazione. In teoria, ciò può spingere il rispondente a dichiarare di non aver mai fumato, e ciò determina una sovrastima della prevalenza. Questo effetto è stato valutato e gli studi di migliore qualità mostrano che si attesta comunque su valori modesti. |
Validità dell’indicatore | In altri contesti di studio, quando i dati dichiarati sono confrontati con quelli misurati obiettivamente (mediante l’analisi dei livelli di cotinina, un metabolita della nicotina, nei liquidi biologici: saliva, urine o sangue), l’indicatore circa la frequenza di coloro che conducono una vita libera dal fumo mostra una sovrastima, ma anche una buona correlazione con le misure oggettive, che lo rende utile per valutare le differenze territoriali e i trend temporali. |
Vedi anche: (Brfss) Scheda indicatore: prevalenza di fumatori
Popolazione di riferimento | Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, in età 18-69 anni. |
Numeratore | Persone di età 18-69 anni che dichiarano di aver fumato nella loro vita almeno 100 sigarette (5 pacchetti da 20) e di essere fumatori al momento dell’intervista, o di aver smesso di fumare da meno di 6 mesi. |
Denominatore | Intervistati che hanno fornito una risposta (qualunque essa sia) alla domanda sull’abitudine al fumo, esclusi i valori mancanti; il denominatore corrisponde in pratica all’intero campione. |
Misure di frequenza | Prevalenza annuale (sulla popolazione di 18-69 anni), con intervalli di confidenza al 95%. |
Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso | L’indicatore è costruito sulla base di più variabili che hanno diversi periodi temporali di riferimento: gli anni di vita dell’intervistato, gli ultimi 6 mesi, ed il comportamento abituale al momento dell’intervista. |
Significato per la salute pubblica | Il fumo di tabacco è tra i principali fattori di rischio per l’insorgenza di numerose patologie cronico-degenerative, in particolare a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare ed è il maggiore fattore di rischio evitabile di morte prematura. A seconda del metodo usato, si stima che fra i 70 e gli 80 mila decessi all’anno, in Italia, siano attribuibili all’abitudine al fumo con oltre un milione di anni di vita potenziale persi. |
Limiti dell’indicatore | L’indicatore misura un comportamento riferito dall’intervistato ed è in teoria soggetto a distorsione legata alla desiderabilità sociale del comportamento, che può essere considerato sconveniente e soggetto a stigmatizzazione. In teoria, ciò può spingere alcuni rispondenti a negare il comportamento con conseguente sottostima della prevalenza. Questo effetto è stato valutato e gli studi di migliore qualità mostrano che si attesta comunque su valori modesti. |
Validità dell’indicatore | In altri contesti di studio, quando i dati dichiarati sono confrontati con quelli misurati obiettivamente (mediante l’analisi dei livelli di cotinina, un metabolita della nicotina, nei liquidi biologici: saliva, urine o sangue), la prevalenza di fumatori mostra una sottostima, ma anche una buona correlazione con le misure oggettive che rende utile questo indicatore per valutare le differenze territoriali e i trend temporali. |
Vedi anche: (Brfss) Scheda indicatore: prevalenza di fumatori occasionali
Popolazione di riferimento | Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, in età 18-69 anni. |
Numeratore | Persone di età 18-69 anni che dichiarano di aver fumato nella loro vita almeno 100 sigarette (5 pacchetti da 20), di essere fumatori al momento dell’intervista e di non fumare tutti giorni. |
Denominatore | Intervistati che hanno fornito una risposta (qualunque essa sia) alla domanda sull’abitudine al fumo, esclusi i valori mancanti; il denominatore corrisponde in pratica all’intero campione. |
Misure di frequenza | Prevalenza annuale (sulla popolazione di 18-69 anni), con intervalli di confidenza al 95%. |
Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso | L’indicatore è costruito sulla base di più variabili che hanno diversi periodi temporali di riferimento: gli anni di vita dell’intervistato e il comportamento abituale al momento dell’intervista. |
Significato per la salute pubblica | Sebbene ci siano prove sul fatto che l’entità dei danni del fumo dipendano dalla dose, non esiste un livello di abitudine al fumo non nocivo per la salute in termini di aumento del rischio di malattie respiratorie, oncologiche e cardiovascolari. Fumare meno di una sigaretta al giorno può rappresentare un comportamento transitorio, caratteristico di chi sta iniziando o smettendo di fumare, in una minoranza di casi però può essere un comportamento più duraturo, che comporta anch’esso un rischio, seppur limitato. |
Limiti dell’indicatore | L’indicatore misura un comportamento riferito dall’intervistato ed è in teoria soggetto a distorsione legata alla desiderabilità sociale (in termini di sconvenienza e stigmatizzazione) del comportamento, che spinge il rispondente a negare di fumare o a dichiarare una minore assiduità del comportamento. Per questa ragione la prevalenza di fumatori occasionali potrebbe non corrispondere al valore reale. Tuttavia, empiricamente, è stato dimostrato che l’effetto della desiderabilità sociale per questo comportamento è modesto. |
Vedi anche: (Brfss) Scheda indicatore: prevalenza di fumatori quotidiani
Popolazione di riferimento | Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, in età 18-69 anni. |
Numeratore | Persone di età 18-69 anni che dichiarano di aver fumato nella loro vita almeno 100 sigarette (5 pacchetti da 20), di essere fumatori al momento dell’intervista e di fumare almeno una sigaretta tutti giorni. |
Denominatore | Intervistati che hanno fornito una risposta (qualunque essa sia) alla domanda sull’abitudine al fumo, esclusi i valori mancanti; il denominatore corrisponde in pratica all’intero campione. |
Misure di frequenza | Prevalenza annuale (sulla popolazione di 18-69 anni), con intervalli di confidenza al 95%. |
Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso | L’indicatore è costruito sulla base di più variabili che hanno diversi periodi temporali di riferimento: gli anni di vita dell’intervistato e il comportamento abituale al momento dell’intervista. |
Significato per la salute pubblica | Il fumo di tabacco è tra i principali fattori di rischio per l’insorgenza di numerose patologie cronico-degenerative, in particolare a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare ed è il maggiore fattore di rischio evitabile di morte prematura. A seconda del metodo usato, si stima che fra i 70 e gli 80 mila decessi all’anno, in Italia, siano attribuibili all’abitudine al fumo con oltre un milione di anni di vita potenziale persi. |
Limiti dell’indicatore | L’indicatore misura un comportamento riferito dall’intervistato ed è in teoria soggetto a distorsione legata alla desiderabilità sociale (in termini di sconvenienza e stigmatizzazione) del comportamento, che spinge il rispondente a negare di fumare o a dichiarare una minore assiduità del comportamento. Per questa ragione, la prevalenza dei fumatori quotidiani potrebbe essere sottostimata. Tuttavia, empiricamente, è stato dimostrato che l’effetto della desiderabilità sociale per questo comportamento è modesto. |
Vedi anche: (Brfss) Scheda indicatore: tentativi di smettere di fumare
Popolazione di riferimento | Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, in età 18-69 anni. |
Numeratore | Persone di età 18-69 anni che dichiarano di aver fumato almeno 100 sigarette (5 pacchetti da 20) nella loro vita, che hanno fumato negli ultimi 12 mesi e che, sempre negli ultimi 12 mesi, sono rimasti senza fumare per almeno un giorno, con l’intenzione di smettere di fumare. |
Denominatore | Intervistati che hanno fornito una risposta (qualunque essa sia) alla domanda sull’abitudine al fumo, esclusi i valori mancanti, e che erano fumatori nei 12 mesi precedenti all’intervista; quindi il denominatore comprende sia le persone che fumano ancora al momento dell’intervista, sia quelle che hanno smesso negli ultimi 12 mesi. |
Misure di frequenza | Prevalenza annuale (sulla popolazione di 18-69 anni), con intervalli di confidenza al 95%. |
Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso | L’indicatore è costruito sulla base di più variabili che hanno diversi periodi temporali di riferimento: gli anni di vita dell’intervistato, gli ultimi 12 mesi e il momento dell’intervista. |
Significato per la salute pubblica | La maggior parte dei fumatori deve fumare tutti i giorni a causa della dipendenza dalla nicotina, caratterizzata dalla ricerca compulsiva della sostanza e dall’abuso. Tuttavia la maggior parte di essi è consapevole dei danni del fumo e desidera smettere. I tassi di cessazione (restare senza fumare per più di 6 mesi), per chi tenta di smettere senza trattamenti, sono in genere bassi, ma possono essere incrementati utilizzando trattamenti efficaci. |
Limiti dell’indicatore | L’indicatore mostra notevoli differenze quando rilevato con intervista faccia-a-faccia e con intervista telefonica. I successi dei tentativi di smettere, tra fumatori che utilizzano trattamenti efficaci, risultano minori quando sono stimati in base ai dati della sorveglianza rispetto ai trial clinici. |
Vedi anche: (Brfss) Scheda indicatore: prevalenza di ex fumatori
Popolazione di riferimento | Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, in età 18-69 anni. |
Numeratore | Persone di età 18-69 anni che dichiarano di aver fumato nella loro vita almeno 100 sigarette (5 pacchetti da 20) e di non fumare più da almeno 6 mesi. |
Denominatore | Intervistati che hanno fornito una risposta (qualunque essa sia) alla domanda sull’abitudine al fumo, esclusi i valori mancanti; il denominatore corrisponde in pratica all’intero campione. |
Misure di frequenza | Prevalenza annuale (sulla popolazione di 18-69 anni), con intervalli di confidenza al 95%. |
Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso | L’indicatore è costruito sulla base di più variabili che hanno diversi periodi temporali di riferimento: gli anni di vita dell’intervistato e gli ultimi 6 mesi. |
Significato per la salute pubblica | La ricerca scientifica ha confermato che quando si smette di fumare si ottengono molti benefici a breve e a lungo termine. Questi benefici vanno da una normalizzazione del livello di ossigeno nel sangue ad un miglioramento del respiro e della circolazione, e soprattutto a una riduzione del rischio di mortalità per malattie cardiovascolari e tumori. |
Limiti dell’indicatore | L’indicatore misura un comportamento riferito dall’intervistato ed è in teoria soggetto a distorsione legata alla desiderabilità sociale del comportamento. |
Vedi anche: (Brfss) Scheda indicatore: fumatori in astensione
Popolazione di riferimento | Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, in età 18-69 anni. |
Numeratore | Persone di età 18-69 anni che dichiarano di aver fumato nella loro vita almeno 100 sigarette (5 pacchetti da 20) e di aver smesso di fumare da meno di 6 mesi. |
Denominatore | Intervistati che hanno fornito una risposta (qualunque essa sia) alla domanda sull’abitudine al fumo, esclusi i valori mancanti; il denominatore corrisponde in pratica all’intero campione. |
Misure di frequenza | Prevalenza annuale (sulla popolazione di 18-69 anni), con intervalli di confidenza al 95%. |
Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso | L’indicatore è costruito sulla base di più variabili, che hanno diversi periodi temporali di riferimento: gli anni di vita dell’intervistato e gli ultimi 6 mesi. |
Significato per la salute pubblica | Il fumo di tabacco è tra i principali fattori di rischio per l’insorgenza di numerose patologie cronico-degenerative, in particolare a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare ed è il maggiore fattore di rischio evitabile di morte prematura. Il rischio di recidiva è più alto nei primi mesi dopo la cessazione, per cui l’Oms suggerisce di classificare come ex-fumatore solo chi ha mantenuto l’astensione per più di 6 mesi. |
Limiti dell’indicatore | L’indicatore misura un comportamento riferito dall’intervistato ed è in teoria soggetto a distorsione legata alla desiderabilità sociale del comportamento. |
Vedi anche: (Brfss) : Sorveglianza PASSI
Perché il forno nuovo puzza di bruciato?
Cattivi odori dal forno Non preoccuparti: è assolutamente normale che ‘sappia di nuovo’. Se vuoi eliminare in fretta lo strano odore proveniente dal tuo nuovo elettrodomestico, gli esperti del servizio assistenza clienti Bosch ti consigliano come prima cosa di passare un panno umido sulla superficie del forno.