Forno Olandese Come Funziona?

Forno Olandese Come Funziona
Il forno olandese in ghisa funziona come una normale casseruola, con il vantaggio che per la cottura non sarà necessario mettere una fiamma troppo alta. Il forno olandese è perfetto per rosolare e cuocere uno spezzatino in maniera impeccabile grazie alla sua propagazione uniforme del calore.

Che cos’è la pentola olandese?

Dutch Oven: dai cowboy al barbecue – Che cos’è il Dutch Oven o come più comunemente conosciuto qui in Italia, il Forno Olandese ? Altro non è che una pesante pentola di ghisa dotata di coperchio originariamente utilizzata su fuochi da campo o sulle braci. Se hai visto qualche film western sono certo hai impresso anche tu nella memoria una scena immancabile dedicata ai cowboy ed ai pionieri che attraversavano gli Stati Uniti quando si accampavano il pentolone di ghisa nero colmo di stufato di fagioli appeso al treppiede o appoggiato direttamente sulle braci accese.

Il Dutch Oven è uno strumento praticamente indistruttibile ed eterno se curato nella giusta maniera, nello specifico è bene trattare il forno olandese con olio vegetale prima del primo utilizzo, mettendolo in un forno per almeno un ora affinché si crei una patina d’olio che proteggerà il nostro Dutch Oven dall’ossidazione e nel contempo renderà la nostra pentola antiaderente,

Vediamo nel dettaglio quali sono i passaggi per ottenere un buon pre condizionamento della pentola in ghisa:

  1. Preriscaldare il forno a 200 °C.
  2. Lavare il forno olandese con acqua calda.
  3. Asciugare con cura la pentola in ghisa.
  4. Applicare un sottile strato di olio vegetale sulla superficie della padella (possibilmente che abbia un alto punto di fumo, un olio di semi magari).
  5. Posizionare il dutch oven a testa in giù sulla griglia del forno.
  6. Inserire un foglio di alluminio sotto il forno olandese per catturare eventuali gocce in caduta.
  7. Lasciare in forno per almeno un’ora.
  8. Spegnere il forno e lasciare che la padella si raffreddi completamente al suo interno.
  9. Il forno olandese è pronto per nuove avventure!

L’operazione è ripetibile ogni qual volta si renda necessario un ri-condizionamento, ovvero quando la ghisa non appare più lucente ma opaca e la superficie non presenta più caratteristiche di anti-aderenza. In alternativa a tutto questo è possibile acquistare un’apposito olio che si prende cura della nostra ghisa

Quale forno olandese?

Forno olandese in ghisa – Overmont amazon Il forno olandese Overmont è conosciutissimo per durare una vita: fatto in ghisa di alta qualità, permette un considerevole risparmio energetico grazie al comprovato sistema di isolamento termico. Il forno olandese Overmont può essere addirittura utilizzato anche direttamente sul fuoco.perfetto per il camping estivo! Per facilitare la sua fruizione, questo forno olandese è dotato di un sollevatore di coperchio e ha un manico estremamente resistente.

Come pulire la dutch oven?

Pulizia e cura dei forni olandesi La cosa più importante per la pulizia dei forni olandesi è non usare MAI il liquido per lavastoviglie, questo attaccherebbe la patina. Basta rimuovere gli avanzi di cibo con un cucchiaio di legno o un raschietto di plastica e poi semplicemente sciacquare la pentola con acqua calda.

Perché si mette il coperchio sulla pentola?

Tra i metodi di cottura più semplici, ma nello stesso tempo interessanti dal punto di vista scientifico, c’è la bollitura: l’alimento cuoce in una pentola con liquido mantenendo il prodotto a una temperatura di circa 100° C, e il calore modifica fisicamente e chimicamente la struttura del cibo.

  • Le cotture sono di tre tipi: per concentrazione, per espansione e miste.
  • Nelle prime non si utilizzano liquidi e una parte dell’acqua contenuta nell’alimento evapora, concentrando il gusto dei cibi, come avviene sulla griglia, in forno, o sulla piastra.
  • In quelle per espansione invece il cibo è a contatto con un liquido, con il quale scambia aromi e sapori, come per la stufatura e la lessatura.

In questo caso, si ha la solubilizzazione di varie sostanze, che passano dall’alimento al liquido di cottura, mentre aromi presenti nel liquido come le erbe aromatiche o le spezie insaporiscono l’alimento” spiega Maria Grazia Volpe dell’Istituto di scienze dell’alimentazione del Cnr.

“Inoltre, il collagene che è presente in alcune parti dure della carne come tendini, tessuto connettivo e cartilagini, dopo una cottura prolungata in acqua si trasforma parzialmente in gelatina”. Ma il coperchio, per quali cotture va utilizzato? “Serve quando si vuole raggiungere prima il grado di ebollizione del liquido adoperato per la cottura e quando si vuole limitare la perdita di aromi e sostanze nutritive.

Svolge principalmente due funzioni: impedisce al calore di disperdersi, e quindi la quantità di energia necessaria per portare l’acqua a 100°C è minore; impedisce anche al vapore che si forma di allontanarsi, contribuendo ad aumentare la pressione sull’acqua stessa e la temperatura di ebollizione oltre i 100°C, producendo l’effetto ‘pentola a pressione'”, continua la ricercatrice.

  • Quando si aumenta la fiamma cresce solo la produzione di vapore, senza velocizzare la cottura dei cibi eventualmente immersi, perché questa velocità dipende dalla temperatura.
  • Per non sprecare gas la fiamma va moderata per mantenere la temperatura desiderata”.
  • In alcuni casi si vuole favorire l’evaporazione dell’acqua, per cui la preparazione dei cibi deve avvenire senza coperchio.

“Si cuociono senza coperchio pasta e riso che devono essere mescolati frequentemente, per favorire l’evaporazione dell’acqua e il suo restringimento, i brodi che devono essere continuamente schiumati, e i legumi fino all’ebollizione, per poi coprirli e metterli a fiamma minima”, prosegue Volpe.

Anche per il bollito di carne va tolto il coperchio all’ebollizione per evitare la fuoriuscita della schiuma, contenente alcune proteine come le albumine che la carne trasferisce al brodo”. Il coperchio va evitato, inoltre, per gli alimenti e le preparazioni che necessitano di un controllo continuo, ad esempio le verdure.

“Per preservare il colore originale delle verdure a foglia, la pentola non va coperta perché in cottura alcune cellule delle verdure tendono a rompersi, liberando acidi organici che modificano il colore della clorofilla, rendendolo più scuro”, conclude l’esperta dell’Isa-Cnr.

“Va invece coperta nella bollitura degli ortaggi bianchi, per limitare il contatto con l’ossigeno che tende a imbrunirli”. Si ricorda, infine, che nella cottura in pentola il sale non va aggiunto durante la cottura e gli alimenti non vanno spezzettati troppo, in modo che non perdano sali minerali e vitamine.

Fonte: Maria Grazia Volpe, Istituto di scienza dell’alimentazione, Avellino, tel.0825/299513, email [email protected]

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Come si chiama la pentola che va in forno?

Uno dei metodi migliori per capire quali sono le pentole corrette per l’induzione è verificare il cartellino di accompagnamento al tegame. Se è presente un simbolo simile a una serpentina significa che la pentola è stata pensata e costruita per cucinare con l’induzione.

Come si chiama il forno che si pulisce da solo?

I forni pirolitici sono definiti forni autopulenti che eliminano le tracce di sporco provocate da schizzi o vapori degli alimenti durante la cottura. Grazie all’effetto del calore, che può raggiungere anche i 500°, lo sporco viene letteralmente carbonizzato.

Dove cuoce di più il forno?

Ripiano superiore, centrale e inferiore La posizione più alta è utile per cuocere velocemente ad alte temperature o per usare la funzione grill.

Come rendere la ghisa antiaderente?

Come annerire gli strumenti un po´ più grandi? – Scaldate bene la ghisa (270°C sarebbero ideali) e mantenetela ad una temperatura elevata fino a che non annerisce. Versate l´olio (un cucchiaio da zuppa per una piccola piastra) e distribuite uniformemente con un canovaccio.

Cosa è la rostiera?

Page 4 – Una rostiera non è nient’altro che una particolare pentola per arrosto, generalmente in alluminio o in ghisa. È uno strumento adatto alla cottura su fornelli a gas o piani a induzione, ma può essere anche utilizzato in forno. Non dare limiti alla tua fantasia in cucina: la rostiera è uno strumento di cottura versatile ! Questo significa che, oltre agli arrosti, puoi cucinare antipasti, primi, secondi di carne e pesce, fino ad arrivare addirittura ai dessert.

Cosa devo fare per usare per la prima volta una padella di ghisa?

Padelle in ghisa: primo utilizzo – Le padelle in ghisa, come quelle in ferro o in rame, devono essere trattate per il primo utilizzo.

  1. Per primissima cosa occorre mettere sul fuoco la padella appena acquistata e aspettare che inizi a fare un po’ di fumo.
  2. Adesso puoi versare un po’ di olio e spargendolo su tutta la superficie. Tutta la padella in ghisa deve essere unta di olio. Ti consiglio di usare, vista la minima quantità, olio di semi extravergine di oliva, che esiste meglio alle alte temperature e non è nocivo.
  3. Fatto questo lascia raffreddare la padella e ripeti per tre volte gli stessi passi appena descritti.

Ripeteli anche tutte le volte che la tua padella ti sembra attaccare troppo i cibi.

Perché la pasta si cuoce senza coperchio?

Preparazione –

PASTA Preferite paste di semola rimacinata di grano duro 100% italiane, meglio se trafilate al bronzo. Anche la pasta integrale è ottima, ricca di fibra e Sali minerali,ACQUA Il rapporto tra acqua e pasta dovrebbe essere 10:1, ovvero per ogni etto di pasta si dovrebbe calcolare 1 litro di acqua. L’acqua di cottura della pasta, si può riutilizzare per scrostare le stoviglie e pulire attrezzi di cucina oppure per innaffiare le piante. Un altro consiglio importante è quello di non riempite la pentola d’acqua fino al bordo: per evitare che il liquido fuoriesca in cottura, riempitela con acqua fino ai 2/3 della capienza. PENTOLA Scegliete la pentola in base alla quantità di acqua necessaria e al formato di pasta: per la pasta corta, una casseruola larga andrà benissimo, mentre per gli spaghetti scegliete una casseruola dai bordi alti. COPERCHIO La pentola va coperta con il coperchio mentre l’acqua prende il bollore: in questo modo, bollirà prima. Quando si butta la pasta, ricordate di togliere il coperchio: la pentola va tenuta scoperta. SALE GROSSO Il sale va aggiunto quando l’acqua prende il bollore. L’aggiunta del sale grosso a partire da acqua fredda non solo ritarda il raggiungimento dei 100°C ma potrebbe lasciare un retrogusto ferroso alla pasta. La dose generale di sale consigliata è di 7g per 100 g di pasta. Tuttavia, è bene sapere che più a lungo deve cuocere la pasta, meno sale si dovrebbe usare. Ad esempio, se la pasta deve cuocere per 10 minuti, la dose di sale dovrebbe oscillare tra i 7 e i 10 g; per una cottura più lunga (es.15 minuti), 5 g di sale saranno sufficienti. FIAMMA La pasta deve continuare a bollire vivacemente e non deve perdere il bollore. La fiamma, inoltre, deve rimanere sotto al fondo della pentola e non arrivare ai bordi. MESCOLATE La pasta va mescolata spesso durante la cottura per evitare che si attacchi. TEMPI Pasta al dente : rispettate i tempi indicati sulla confezione. Se cuocete la pasta grossa (es. paccheri o conchiglioni), consigliamo di adottare qualche accorgimento in più per evitare che si rompa: calcolate 2 minuti di cottura in meno rispetto al tempo consigliato in confezione. Poi, spegnete il fuoco, coprite la pentola con il coperchio e terminate la cottura in questo modo per mantenere la pasta strutturata e integra. Se siete ecologisti e desiderate risparmiare sulla bolletta del gas, seguite questo consiglio: fate cuocere la pasta per 2 minuti, a fiamma alta. Poi spegnete il fuoco, coprite con il coperchio e lasciate riposare la pasta (così si cucinerà lentamente) sopra ad un fornello freddo per 10-15 minuti. Assaggiate la pasta: se è al dente, è cotta. COTTURA AL DENTE Temete che la pasta si cucini troppo? Al termine della cottura, spegnete il fuoco e versate un mestolo di acqua fredda nella pentola, poi scolatela con la schiumarola. L’interruzione dell’ebollizione impedirà alla pasta di scuocere. SCOLAPASTA È consigliabile scolare la pasta utilizzando una schiumarola: la pasta va poi versata direttamente nel sugo: in questo modo, una parte di acqua di cottura si unisce al sugo e ci permette di evitare di esagerare con le dosi di olio. SUGO Il sugo va scelto in base al formato di pasta e la pasta va fatta saltare nel sugo prima di servire. Pasta lunga? Scegliete sughi liquidi e cremosi. Pasta corta, di grandezza media? Si abbina a sughi più corposi (speciale la pasta rigata per assorbire il sugo). Pasta a spirale? Ottima con il sugo al pomodoro, FORMAGGIO Vi piace ultimare la pasta con il formaggio? Aggiungetelo solo alla fine, a fiamma spenta e solo dopo aver fatto amalgamare la pasta al sugo ! PRIMA DI SERVIRE Prima di servire la pasta su un piatto da portata o su una zuppiera, riscaldate il contenitore in microonde oppure in forno per evitare che la pasta si raffreddi troppo velocemente.

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Quando si fa bollire l’acqua bisogna mettere il coperchio?

Infatti, è consigliabile usare il coperchio perché rende più veloce l’intero processo in quanto evita la dispersione termica e fa aumentare la pressione interna.

Come si fa a cuocere la pasta a fuoco spento?

Cottura passiva: così la pasta si cuoce a fuoco spento – La tecnica della cottura passiva era già nota ed era stata suggerita dal premio Nobel Giorgio Parisi e condivisa da diversi chef, tra i quali Davide Oldani chef del Ristorante D’O, 2 Stelle Michelin (e la Stella Verde Michelin, per l’impegno nella cucina sostenibile).

Quali piatti possono andare in forno?

Calore e innovazione con i prodotti in porcellana MPS – Pirofile e articoli in porcellana sono indispensabili nelle cucine dei professionisti. Grazie alla loro resistenza, possono essere utilizzati senza problemi nel forno e nel microonde, ma c’è di più.

Con l’obiettivo di anticipare le esigenze dei nostri clienti, proponiamo costantemente prodotti innovativi, come la linea, L’affiatamento tra calore e porcellana si valorizza ancora di più con la cucina a induzione, una tendenza che conquista sempre più chef per i suoi innegabili vantaggi di efficienza con un risparmio energetico notevole e più sicurezza.

Perché non utilizzare anche la porcellana per la cucina a induzione? Da questo interrogativo è iniziata la ricerca di una soluzione in grado di fornire la risposta migliore e coniugare i benefici della cucina a induzione a quelli della porcellana, La difficoltà più grande era quella di trovare un equilibrio perfetto di riscaldamento per evitare che la porcellana si rompesse.

  1. Ecco così nascere l’armonia delle pirofile in porcellana adatte alla cucina a induzione.
  2. Contenitori dedicati ai professionisti che cercano l’eccellenza nella praticità di articoli dalle dimensioni standardizzate e che si caratterizzano per un’ampia disponibilità di colori, esterni e full color, per arricchire le presentazioni di piatti preparati anche nel rispetto dell’ambiente.

Nella linea Induction si ritrovano tutte le qualità della porcellana e la possibilità di utilizzare i prodotti nel forno e nella lavastoviglie, L’unica differenza è che, per gli articoli realizzati per l’uso con la cucina a induzione, è sconsigliato l’utilizzo nel microonde.

Qual è la differenza tra pentola e padella?

Pentole, padelle e tegami sono elementi essenziali per ogni cucina: la pentola è usata generalmente per cuocere la pasta mentre la padella è ottima per fritture e per cuocere al salto verdure e patate. Il tegame è invece indicato per la cottura di sughi, condimenti, carne e verdure.

Qual è la migliore pentola?

Le pentole più indicate per cucinare in salute Non esiste una pentola giusta, adatta per ogni cottura. Le pentole migliori, dal punto di vista salutare, sono quelle costruite con materiali che riducono al minimo la cessione di sostanze nocive al cibo che ne viene a contatto.

  • Acciaio inossidabile, terracotta, ferro e ceramica sono da preferire per l’uso quotidiano.
  • L’acciaio inossidabile è il materiale migliore in cucina, si presta alla maggior parte dei tipi di cottura, conserva il calore, si altera pochissimo e rilascia nei cibi piccole quantità dei metalli di cui è composto.

In particolare, oltre al cromo il nickel; chi è intollerante a questo metallo, deve scegliere pentole senza quest’ultimo. L’inconveniente è che il calore non si distribuisce uniformemente nella pentola, il cibo a contatto con il fondo è esposto a temperature più elevate.

Nelle parti lambite dalla fiamma si formano dei punti di calore tale che il cibo attacchi rischiando di bruciarsi. Le pentole di qualità hanno un fondo a più strati, alternando l’acciaio all’alluminio o il rame diventando quasi antiaderente. Un accorgimento importante è quello di aggiungere il sale non in cottura ma alla fine.

Per esempio, il sale si aggiunge nell’acqua fatta bollire per la pasta nel momento in cui si cala quest’ultima e non prima. In questo modo si evita che il cloruro di sodio (sale) poco alla volta intacchi il metallo con macchie, erosioni che incrementano il contenuto dei metalli nei “piatti preparati”.

Un altro materiale ottimo per cuocere è la ghisa costituita da ferro con una piccola percentuale di carbonio; la conducibilità del calore è buona e rimane tale sulla ghisa smaltata. Evitare di cucinare in pentole smaltate preparazioni acide, come i succhi di frutta, o con aceto. Poi abbiamo la terracotta, più fragile e delicata, ma un materiale incredibile che conferma come, con una conducibilità termica bassissima, si possa ottenere pietanze come uno stufato di legumi, a fuoco lento, o verdure gratinate.

La terracotta è ottima per le preparazioni a lenta cottura. Un materiale molto utilizzato è l’alluminio, Ha il pregio di essere leggero ed economico, con una conduttività termica eccellente, superata solo dal rame. Le pentole di alluminio professionali, sono fatte con leghe che si ossidano molto meno rispetto a quelle economiche, sono più spesse e resistenti all’abrasione e il contributo di alluminio che possono dare al cibo può essere modesto (dose massima prevista dall’OMS è di 60 mg al dì per un individuo di 60 kg).

Quantità moderate vengono tollerate, un eccesso determina disturbi del sistema nervoso. La regola è di non cuocere in questo contenitore cibi molto acidi, come i pomodori, o molto salati e, comunque non tenerli a contatto con l’alluminio per molto tempo. Per impedire il contatto con gli alimenti si usa ricoprirlo con uno strato antiaderente conosciuto con il nome di TEFLON, il politetrafluoroetilene (PTFE) è un polimero che impedisce l’attaccamento del cibo, ma se viene surriscaldato (sopra i 260°C) il PTFE può sviluppare una sostanza cancerogena il PFOA (acido perfluoroottanoico).

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Una padella può raggiungere temperature molto elevate se viene utilizzata come bistecchiera. Numerose pentole antiaderenti hanno il rivestimento rullato, cioè applicato con una tecnologia economica, che non garantisce l’adesione del PTFE all’alluminio, risultando fragile e facilmente graffiabile, aumentando la probabilità che residui di polimero vengono ceduti al cibo.

  • Considerando che le fonti di alluminio sono diverse, oltre le già citate pentole, viene utilizzato per realizzare vaschette, contenitori, caffettiere, recipienti che vengono a contatto con il cibo, è importante limitare l’esposizione e utilizzarlo correttamente in cucina.
  • Precisando che la sua eliminazione nel nostro organismo avviene tramite i reni, la sua tossicità aumenta in soggetti con funzionalità renale immatura o diminuita, come nei bambini con età inferiore a tre anni, persone con patologie renali e donne in gravidanza.
  • Il Comitato Nazionale per la sicurezza alimentare del Ministero della Salute evidenzia le seguenti indicazioni :
  1. Leggere l’etichetta: verificare che i contenitori, le vaschette e i recipienti in alluminio acquistati siano idonei al contatto con gli alimenti e seguire le istruzioni per l’uso;
  2. Evitare di utilizzare i contenitori in alluminio e la carta stagnola per alimenti fortemente acidi o fortemente salati, come succo di limone, aceto ecc.;
  3. Gli alimenti possono essere conservati nei contenitori in alluminio e nella carta stagnola, oltre le 24 ore, solo a temperatura di refrigerazione o congelamento;
  4. Gli alimenti solidi secchi (caffè, cioccolato, frutta secca, cereali, pane ecc.) possono invece essere conservati a temperatura ambiente anche oltre le 24 ore;
  5. Non riutilizzare i contenitori monouso;
  6. Non graffiare pentole, padelle e altri contenitori durante il loro utilizzo e non pulirli con prodotti abrasivi.

Il ferro è da sempre un metallo utilizzato in cucina, solamente per la frittura, ha bassi costi ed è riciclabile. Ha lo svantaggio di arrugginire in fretta e perciò di breve durata. Il vetro è il materiale migliore per la sicurezza: è poco pratico per il suo peso, ma può essere usato per una cucina casalinga.

  • COME CUCINARE La bollitura è una tecnica semplice che lascia inalterato il sapore.
  • Sono indicate pentole leggere (non mettere il coperchio se si bollono delle verdure per pochi minuti).
  • Il tempo di cottura è variabile, da pochi minuti fino alla ventina, per verdure più consistenti.
  • Si porta l’acqua a bollore si aggiunge sale (5gr.

di sale marino/litro). È buona regola riutilizzare l’acqua di cottura in quanto ricca di micronutrienti ad esempio per un minestrone. Al vapore : per questa cottura è sufficiente l’apposito cestello che farà in modo che gli alimenti adagiati non siano immersi nell’acqua presente nel fondo della pentola.

  • L’effetto di questa cottura è simile alla bollitura e permette di mantenere il gusto della verdura.
  • A pressione questa tecnica di cottura è sana e molto utile per preparare alimenti come cereali integrali e legumi, che necessitano di tempi lunghi di cottura.
  • L’idea che dentro alla pentola a pressione si raggiungono temperature troppo elevate, che danneggiano alcuni nutrienti, è infondata: la temperatura si alza solo di 10 o 20°C più dell’acqua in ebollizione, calore superato dall’uso del forno, l’unica difficoltà è calcolare bene i tempi per evitare cotture eccessive.

Il saltato : in padella si può saltare di tutto, verdure, riso, pasta, carni a cottura rapida, come quelle bianche e il pesce. La tecnica consiste nel mantenere gli ingredienti in movimento all’interno della padella posta su una fiamma vivace. Lo si può fare con un cucchiaio di legno o imitando il movimento dei cuochi professionisti.

  1. Il cibo deve essere ridotto a pezzetti per consentire una cottura rapida.
  2. La stufatura : stufare significa cuocere a fuoco lento e a lungo in una casseruola coperta.
  3. È un modo simile alla cottura al vapore, con la differenza che con questa tecnica, non è solo il vapore a cuocere il cibo, ma anche l’acqua o altri liquidi (brodo, vino, aceto) ai quali si aggiungono erbe e spezie.

Lo stufato è un piatto energetico e riscaldante, adatto ad essere consumato nei mesi freddi. Al forno : cucinare con il forno continua ad essere attuale nella cucina casalinga e in quella professionale. Oltre alle ricette più famose come pane e pizza, sono innumerevoli i piatti che si possono preparare, da pasta, riso, carni, frittate e sformati, pesce e verdure.

  • Nella pratica la cottura al forno tradizionale avviene per convenzione tramite aria calda, a temperatura tra i 150 e i 250°C.
  • Importante, se non espressamente richiesti gradi superiori nella ricetta, è utilizzare tempi di cottura sotto i 200°C.
  • Oltre all’aria esiste la possibilità di usare il vapore, diventato ormai irrinunciabile contribuendo a far ripensare la cottura al forno come una tecnica leggera e dietetica, non richiedendo nessun tipo di grassi in cottura.

: Le pentole più indicate per cucinare in salute

A cosa serve la pentola?

Pentola – È il contenitore di cottura più comune, utilizzato unicamente per la cottura ad immersione, Solitamente presenta pareti alte quanto il diametro, spesso caratterizzata da grandi dimensioni. Il suo nome deriva dal fatto che anticamente pendeva da un tre piedi con catena sul focolare quindi era denominata “Pendula”.

A cosa serve la pentola cocotte?

Come si usa una Cocotte? – Come hai letto poco fa, le cocotte sono perfette da utilizzare sui piani di cottura presenti oggi sul mercato ed è possibile utilizzarla anche in forno, senza problemi, grazie alla ghisa che distribuisce il calore in maniera graduale e uniforme,

  1. L’importante è non utilizzarla mai nel forno a microonde.
  2. La Cocotte prevede una cottura lenta ed a bassa temperatura, pertanto prima di cucinare è opportuno preparare la pentola alla cottura: preriscaldare per qualche minuto a fuoco basso con un po’ di olio vegetale, così da iniziare ad avere una diffusione del calore all’interno della pentola.

Dopo qualche minuto di riscaldamento lasciatela raffreddare, rimuovete l’olio in eccesso e rimettetela sul fuoco: a questo punto potrà essere utilizzata. Inserite gli ingredienti e coprite con il coperchio, così da mantenere l’umidità evitando di aggiungere ulteriori liquidi se non necessario o previsto dalla ricetta.